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Diapositiva 1 Il cateterismo venoso centrale è una procedura invasiva gravata di per sé da complicanze più o meno gravi. La trombosi, l’infezione e il malfunzionamento del catetere sono complicanze che possono interessare tutte le sedi comunemente usate per il CVC, anche se la prevalenza di queste complicanze varia con la sede. Anche le complicanze meccaniche possono coinvolgere tutte le sedi di CVC, ma anche in questo caso la frequenza e gravità variano in funzione della sede e della complessità della procedura. Il mal posizionamento e lo pneumotorace sono le complicanze più comuni del cateterismo della vena giugulare e della succlavia.

          Diapositiva 2 L’ecografia ha migliorato sensibilmente la sicurezza procedurale del cateterismo venoso centrale (CVC) rendendolo più efficace e sicuro. La possibilità di «vedere» i vasi della base collo e degli arti superiori/inferiori ha accresciuto esponenzialmente la fiducia e la sicurezza degli operatori riducendo gli insuccessi tecnici e le complicanze meccaniche maggiori. Per questo, tutte le linee guida raccomandano l’uso dell’ecografia in tutte le fasi della procedura, dalla scelta della vena e della sede di venipuntura, alla guida assistita dell’ago, al controllo post-procedurale del catetere per escludere complicanze precoci.           Diapositiva 3 Tre sono le sedi usuali di posizionamento di un CVC: la vena giugulare

      Diapositiva 3 Da un punto di vista clinico, la "sfida" più rilevante che i nefrologi devono affrontare quotidianamente nei pazienti incidenti in dialisi è la disponibilità di un accesso vascolare idoneo e ben funzionante. Perché è indispensabile il mapping vascolare preoperatorio con colorDoppler nella programmazione di un accesso vascolare (AV)?  In primo luogo, perché l’esame fisico non sempre è completo ed esaustivo in particolare nei pazienti anziani, obesi o nei pazienti molto magri, nelle donne, nei bambini o nei pazienti con un circolo venoso superficiale devastato da flebotomie ripetute, posizionamento di PICC, cicatrici estese, o dal semplice rimodellamento vascolare causato

  Diapositiva 1 La sorveglianza attiva strumentale della FAV è indispensabile per completare l’esame fisico e il monitoraggio clinico del medico e dell’infermiere di dialisi.             Diapositiva 2 In mancanza di un protocollo di sorveglianza attiva, sono i segni clinici di malfunzionamento o flusso insufficiente come, ad esempio, la riduzione del thrill, la riduzione del rapporto KT/V da ricircolo, il turgore venoso e un valore di pressione venosa >200 mmHg, il sanguinamento prolungato dopo la dialisi, l’edema della mano, che impongono un controllo strumentale. Meno comunemente sono il dolore ischemico alla mano durante la dialisi, o i segni di un circolo ipercinetico ad alto flusso

  Diapositiva 1 Una corretta gestione dell’accesso vascolare ed in particolare della fistola protesica ha rappresentato sempre una sfida per gli operatori sanitari di dialisi.             Diapositiva 2 L’accesso vascolare protesico è uno strumento che ha una complessità intermedia tra la FAV nativa ed il catetere venoso centrale (CVC). Pertanto, dovrebbe riassumerne in teoria gli aspetti positivi, se invece non è correttamente gestito, nella pratica clinica assume gli aspetti negativi di entrambi. È quanto è successo negli ultimi anni considerando i dati epidemiologici dei registri internazionali sui pazienti incidenti e prevalenti in emodialisi.             Diapositiva 3 I dati epidemiologici degli ultimi anni dimostrano che nei pazienti incidenti l’accesso

Diapositiva 2 L’obiettivo di questa relazione è quello di definire i presupposti alla base della venipuntura ecoguidata e le tecniche di punzione ed i controlli immediati periprocedurali necessari per attuare eventuali azioni correttive.       Diapositiva 3 Nel malaugurato caso in cui venisse chiesto di colpire una mela sulla vostra testa da chi preferireste farvi scagliare un dardo: da un cieco (Rey Charles), da un monocolo (Capitan Harlock) o da un elfo con la vista eccezionale e la mira infallibile (Legolas)? Perché l’esito, purtroppo, in alcuni casi, potrebbe anche non essere scontato…         Diapositiva 4 Parlare di evidenze scientifiche quando si confronta la venipuntura ecoguidata con la tecnica

      Diapositiva 2 Allo stato attuale in Italia non si è in possesso di un database relativo alla situazione degli Accessi vascolari nel Nostro paese, ma questa diapositiva relativa alla realtà statunitense rende ragione della importanza del problema in termini di costi e ospedalizzazioni.         Diapositiva 3 Questi sono i dati relativi alla ospedalizzazione per gli accessi vascolari al momento della realizzazione (baseline) e le ospedalizzazioni relative alle complicanze. salta all’occhio come i maggiori ricoveri siano dovuti al CVC.           Diapositiva 4 In questa viene riportata la mortalità associata al tipo di accesso vascolare considerando la mortalità per tutte le cause, la mortalità cardiovascolare e quella per infezioni

    Diapositiva 1 Nel Razionale del convegno si legge: ’’ Questo progetto muove dal presupposto che la buona gestione dell’accesso vascolare (AV) è un punto critico per sua durata e per il benessere dei pazienti in dialisi’’. Buona gestione significa costruire un team multidisciplinare/multiprofessionale, che si occupi di monitorare l’AV e sia in grado di prendersi cura delle complicanze, con interventi mirati e personalizzati; significa avere pazienti informati e consapevoli, con cui condividere le scelte; significa anche avere Nefrologi competenti, in grado di conquistarsi un ruolo di leader all’interno del team.         Diapositiva 2 Le competenze sull’AV sono ineludibili per un Nefrologo che intenda occuparsi